DICONO DI NOI

   

 

Olginate, 10 dicembre 2005.

 

Eccoci finalmente insieme per una battuta di pesca vicino a Lecco, io, mio figlio Andrea e Gian Battista Scuri (membro della nazionale azzurra di spinning da riva). Ci avevano detto che nel bacino sottostante la diga di Olginate si potevano catturare grossi cavedani e lucci con gli artificiali, Gian Battista non se lo è fatto dire due volte, e puntualissimi ci troviamo nel parcheggio antistante il bacino. La giornata è splendida, il sole invernale inizia a scaldare l’aria che si aggira su 3 gradi, una leggera brezza increspa le acque limpide e di almeno mezzo metro sotto il livello normale, non è certo la condizione ottimale ma la voglia di provare i nostri artificiali con GB è tale che non ci scoraggiamo di fronte alle condizioni non favorevoli. Iniziamo con lanci di prova lungo la sponda a valle della diga, andando dalla parte opposta a quella già presidiata da altri pescatori a spinning, dopo un’oretta di tentativi con artificiali di diverso peso e misura, GB monta un Luciapuma da 8 cm con testina trasparente, armato con due ancorette, un sottile cavetto d’acciaio lo unisce al tracciato da 10 libbre, una piccola modifica per abbassare leggermente le alette laterali e comincia a fare dei lanci in un punto in cui abbiamo individuato una buca profonda almeno 5 metri alla ricerca di qualche luccio in caccia. Un bel lancio di una cinquantina di metri, alcuni secondi per far scendere l’artificiale sul fondo, poi un lento ed irregolare recupero, pochi giri di manovella e GB dichiara “pesce in canna”, sembra grosso e con vigorose testate comincia ad avvicinarsi alla riva, quando è a vista ci accorgiamo che non si tratta di un luccio ma di un bel cavedano che non ha saputo resistere al grosso artificiale, viene stimato un paio di chili, e dopo le dovute foto di rito, viene liberato come di consueto.  Dal bacino non giungono segnalazioni di altre catture dagli altri pescatori, a parte un paio di ragazzi che, pescando con la bolognese a bigattino in una correntina sotto la diga, catturano dei bei barbi sopra il mezzo chilo.

Una giornata indimenticabile con la promessa di ripetere queste esperienze assieme in altri posti per continuare a testare i nostri artificiali, di cui Gian Battista è diventato un grande sostenitore.

Umberto Ballabio

Zogno, 30 Marzo 2006

Quello che vado a descrivere, è l’ennesimo test da me effettuato degli artificiali Luciapuma. Uno dei tanti, tutti effettuati con scrupolosa attenzione e volti a scoprire tutte le potenzialità di questi nuovi artificiali nei vari ecosistemi, ma vi garantisco che il test da me effettuato questa volta è stato per i “Puma” il più tosto e impegnativo.

I luoghi lo sono stati anche per il sottoscritto dato che ho testato i “Puma” nei torrenti di montagna che scorrono dalle mie parti, a caccia di fario ruspanti, animali schivi e smaliziati che al solo vedere un’ombra fuori posto schizzano via a nascondersi nella propria tana e non ne escono che dopo alcune ore, quando tutto intorno è calma e silenzio.

Pesci veri, che mettono a dura prova gli artificiali più blasonati oggi sul mercato. Dopo questo test posso quindi affermare con tutta tranquillità che anche gli artificiali Luciapuma sono una valida alternativa.

Nell’arco di quattro uscite ho testato il “Puma” da 4-5 e 6 cm alternandone l’utilizzo sia nelle piccole lame che nelle varie buche dei torrenti da me visitati.

Le foto che corredano l’articolo parlano da sole, sia per la qualità dei pesci che per la bellezza e l’amenità dei luoghi. Un mondo fatto di pace, silenzio e contatto con la natura. Un mondo che ho imparato ad amare, dove i pesci meritano il massimo rispetto, dove si deve entrare in punta di piedi!

Nelle uscite da me effettuate, ho catturato con il “Puma” una quarantina di trote, tutto materiale autoctono prontamente liberato, tra cui un paio di esemplari di tutto rispetto (40-42 cm per 6-7 etti) catturati col “Puma” da 6 cm in una bella buca corredata da una cascata altrettanto bella.

Naturalmente non è l’artificiale che fa il pescatore, ma se usato correttamente il ”Puma” può dare il meglio di sé come anche questa volta ha dimostrato.

Ricordatevi di piegare le alette laterali dell’artificiale. Così avrete un nuoto ricco di vibrazioni che convincerà anche la più apatica delle trote ad andare all’attacco del vostro artificiale.

In bocca alla balena!!!

Scuri Gianbattista
Membro Club Azzurro e Nazionale Italiana Spinning da riva

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